Quello dello smaltimento dei rifiuti è uno dei maggiori problemi che la nostra collettività dovrà gestire. Per questo è importante sapere che è indispensabile agire sui seguenti fronti:
- Riduzione
- Riuso
- Riciclo
- Raccolta
- Recupero
- Smaltimento
1) Riduzione
Questo fattore comporta prevalentemente azioni su chi produce le cose che devono essere progettate e create in modo da durare ed essere riutilizzabili e separabili il più possibile.
A questo deve essere affiancata una lotta a quella che viene comunemente chiamata “obsolescenza programmata”, ovvero la produzione di cose intenzionalmente costruite per avere una vita breve al fine di spingere a nuovi acquisti. Le aziende di lucro tendono ovviamente a usare sistematicamente tale subdola tecnica, ma sono Stato ed utenze ad avere il potere di obbligarle a cambiare tendenza.
Lo Stato può imporre dei parametri di costruzione e di imballaggio, mentre i consumatori possono premiare con i loro acquisti i prodotti che hanno maggiore durata, che sono più differenziabili, che hanno imballaggi indispensabili o che possono essere venduti sfusi come, per esempio, paste, dolci, detersivi, ecc.
Quando comprate un prodotto dovete avere in mente che ha un costo di smaltimento, come lo ha il suo imballaggio. Se non volete comprare dei rifiuti per poi ulteriormente pagare per smaltirli, dovete pretendere che sia i prodotti che gli imballaggi siano differenziabili, e che i secondi siano essenziali.
L’esempio più recente che dimostra anche che è solo una questione di abitudini, è quello delle buste delle spese. Con l’obbligo alle buste ecologiche vi è stato un iniziale trambusto popolare, ma in poco tempo il loro uso e il ritorno alla spesa con borse a rete o di tela portate da casa è divenuto normale e ha liberato gli armadi domestici dagli ammassi di buste.
2) Riuso
E’ necessario sviluppare abitudini e attività atte a ridestinare gli oggetti dismessi da una persona che però possono essere utili ad un’altra. Su questo fronte possono esserci attività profit e non-profit.
Fra quelle profit troviamo, per esempio, i mercatini dell’usato che sfruttano anche una sorta di “riciclo” commerciale.
Fra quelle non-profit troviamo iniziative che comportano lo scambio o la donazione pubblica.
3) Riciclo
Anche qui possono esserci attività profit e non-profit. Fra quelle profit troviamo le attività a cui vengono conferite le classiche raccolte differenziate, la raccolta viene eseguita dagli organismi pubblici che conferiscono a quelli privati che tentano di convertire in utile il conferito.
Fra quelle non-Profit troviamo iniziative come la composizione di nuovi oggetti assemblando materiali e oggetti tratti da quelli rifiutati.
4) Raccolta
Attore principale della raccolta è il cittadino. Grazie alla raccolta differenziata, attraverso la separazione dei rifiuti prodotti, per categorie di materiali e di imballaggi. Seguendo le linee dettate dalle amministrazioni locali, utilizzando i corretti contenitori e attraverso le differenti modalità a disposizione (porta a porta, contenitori stradali, isole ecologiche), l’obiettivo è quello di ridurre il volume finale dei rifiuti da destinare alle discariche e di risparmiare materie prime ed energia. Esempio sempre più attuale e necessario di una costante diffusione è la raccolta dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) .
5) Recupero
E’ prevalentemente il recupero di energia. Il recupero di materiale rientra generalmente in una delle precedenti categorie a seconda dell’azione che viene effettuata sul rifiuto generato: come esempio, possono essere citate le varie tipologie di imballaggi, riutilizzabili e/o riciclabili.
La parte dei rifiuti non riciclabile e/o non riutilizzabile, purché abbia determinati requisiti, può essere trasformata in energia termica e/o elettrica negli impianti di termovalorizzazione, tale pratica è in alternativa all’uso della discarica tende a recuperare in estremo tutto ciò che non si è potuto evitare tramite le fasi precedentemente elencate, anche se rimane comunque una percentuale di scarto composto dalle ceneri.
6) Smaltimento
E’ l’ultima fase, quella che si vorrebbe non dover più raggiungere o perlomeno drasticamente ridurre. E’ lo smaltimento della parte che non si è riusciti né a riutilizzare, né a riciclare.