Il Fagiolo di Saluggia
Piccolo paese del vercellese che sorge alla sinistra della Dora Baltea. Posto tra le colline del Monferrato e quelle del basso Canavese, si pone sul confine tra il territorio vercellese e quello torinese.
Data la collocazione geografica, nonostante il territorio sia attraversato da diversi canali, non è più il riso a caratterizzare il paesaggio saluggese, ma il prodotto tipico è il fagiolo, già coltivato dalla fine del XV secolo.
A Saluggia la coltura del fagiolo ha sempre rivestito una notevole importanza economica. La varietà coltivata nella zona è denominata fagiolo di Saluggia. Si tratta di un coltivar nano, con ciclo medio breve (si semina di solito dopo l’orzo) che produce un fagiolo da consumo secco particolarmente pregiato. Appartenente alle leguminose, il fagiolo possiede alcune interessanti virtù mediche; la tisana dei baccelli riduce il livello del colesterolo nel sangue, la pressione alta ed ha azione antidiabetica. Applicati esternamente, sia il decotto che la farina dei fagioli sono ottimi contro eczemi. Il seme del fagiolo è ricco di amidi, proteine e zuccheri, ma i semi mangiati crudi possono provocare intossicazioni.
I fagioli sono molto ricchi di vitamine del gruppo B, di calcio, di fosforo, di ferro e sono quindi utilizzati nel trattamento delle anemie. I nostri vecchi, obbligati a lottare contro la fame, hanno scoperto nei fagioli una preziosa arma contro la fatica ed il freddo; infatti vengono anche definiti “carne dei poveri”. Per il loro elevato contenuto proteico, stanno conquistando un posto importante nelle diete che i medici oggi consigliano ai loro pazienti nutriti fino ad ora con pasti troppo ricchi e con troppa carne vera.
Molto apprezzate sono le caratteristiche agronomiche e organolettiche, influenzate dal clima e soprattutto dal tipo di terreno della zona.